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lunedì 9 giugno 2014

APERITIVO CHARITY del 5 giugno 2014 Hu4me, Newclock e Victor cafe’ a favore di Sos Villaggio dei Bambini.

Comunicato stampa  
Post evento
APERITIVO CHARITY 
del 5 giugno 2014
Hu4me, Newclock e Victor cafe’ a favore di Sos, Villaggio dei Bambini.




Serena Fumaria, madrina di “Hu4me”,
Newclock e Victor Cafè  Milano
Con l’evento “ APERITIVO CHARITY” del 5 giugno 2014, hanno desiderato porre l'attenzione sull'importanza del legame tra fashion e arte,
con un prodotto “a tutto colore”, a sostegno del charity.

La serata, in dress code “happy and dandy style”,  con l’esclusivo Dj set i Pete Dow, è stata  la prima di numerose altre, nate  per raggiungere un fine che coinvolge esponenti
del mondo della moda, del benessere e  dei progetti benefici,
proprio in questa location sita nel cuore di Milano.

Una nuova visione anticonformista del "new fashion" che vede fashion  artigianato e colore, creatori di stilie tendenze,
 esponenti del web fashion, musica, comunicatori e amanti della tradizione rinnovata,
uniti insieme per un progetto che porti lontano facendo del bene.

Questa e' la filosofia con cui Hu4me è' nata e con la quale vuole arrivare ad abbracciare il mondo,
la stessa che abbraccia Newclock a sostegno di SOS Villaggio dei Bambini




Si ringraziano:
 la location Victor Cafè Milano,
Serena Fumaria per Hu4me,
WWW.HU4ME.COM
Newclock,
Yukendu Partner,
Naughty Dog per vip dressing su Serena Fumaria
www.naughtydog.it

 e tutti i graditi ospiti, tra cui:
Dario Raimondi direttore di Moda Glamour Italia
Elena Torre, direttore di Da Sapere,
il dottor Tommaso Lupattelli, massimo esponente per la PTA del CCSVI
il dottor Rolando Ossola
la dottoressa Natalia Dorfman
Sabrina Antenucci, giornalista
Andrea Tisci, Blogger
Carlo Sinesi, blogger
Jessica Polsky Attrice e showgirl
Carlo Sandrini, inventore
Angela Borello, imprenditore
Cinzia Cileo, Modella
Sara Brancati, Modella
Milena Ratti, Modella
Alessandra Cattini, Modella
Max Rizzo, Modello
Stefano Zatti, Modello e attore
Lisa Ronan Attrice
Michele Becce,  peformer
Rosalba Del Monte, make up artist
Riccardo Mazzola, dirigente sportivo
Martina Buonamici, cantante.
Linda Sophie Cannizzo: cantante
William cataldo, Pete dow dj set

E tutti i numrosi partecipanti.
Grazie della vostra gradita presenza.

Direzione artistica: Serena Fumaria, Hu4me



Video della serata:







foto della serata:

























sabato 8 marzo 2014

Benessere Donna: L'embolizzazione del fibroma uterino, metodo non invasivo per la cura della patologia, spiegata dal Dottor Tommaso Lupattelli

"Donna" vuol dire tante cose: 
bellezza, cura, passione, emozione, moda, figli, famiglia, doveri, emozioni, ma anche salute. Per questo oggi, 8 marzo, nella giornata dedicata alla Donna,   parliamo con un medico d'eccezione di un argomento che sta a cuore a tutti: la cura del fibroma uterino.


Intervista al dottor Tommaso Lupattelli: L’embolizzazione del fibroma uterino, un metodo non invasivo e risolutivo.
Di Serena Fumaria.


Dottor Lupattelli, cosa e' il fibroma uterino?

Il fibroma uterino o leiomioma è il più comune tumore benigno dell'utero. E' una formazione solida, che si sviluppa a carico della muscolatura liscia della parete uterina. La crescita dei fibromi è ormonodipendente essendo infatti correlata alla secrezione ormonale ovarica e precisamente alla sua componente estrogena. Dopo la menopausa (dove si verifica una drastica caduta dei livelli  degli estrogeni) i fibromi tendono perciò a regredire spontaneamente, e con loro la sintomatologia ad essi associata. Il loro trattamento è richiesto quando crescono rapidamente, causano sanguinamenti anomali come mestruazioni abbondanti (menorragia) o perdite emorragiche (menometrorragia) o infine, se si rendono responsabili di ripetuti aborti.

E' una patologia molto diffusa?

Il fibroma uterino colpisce circa il 25% delle donne in età fertile (tuttavia più del 50% delle donne affette non ha alcun disturbo legato a questa patologia).  Più fibromi possono colpire la stessa paziente (fibromatosi) e le loro dimensioni possono inoltre variare da quelle di un pisello fino ad una massa che occupa l'intero addome.

Che sintomatologia e difficoltà comporta essere affette da
questa patologia?

la maggior parte dei fibromi non causa sintomi e perciò non richiede alcun intervento; il loro trattamento è richiesto se crescono abbastanza da causare importanti disturbi come dolore pelvico, senso gravativo all'addome o compressione su organi come la vescica e l'intestino (la paziente può riferire continuo senso di pesantezza al ventre, crampi, mal di schiena o ripetuti stimoli ad urinare soprattutto di notte, stitichezza).

Quali sono i metodi tradizionali di cura?

Ci sono attualmente tre diverse terapie per il trattamento del fibroma uterino:
Terapia Medica, Intervento Chirurgico (Isterectomia, Miomectomia),Intervento ad ultrasuoni ed Embolizzazione.
Terapia Medica: Sebbene il trattamento farmacologico riesca in molti casi ad alleviare i sintomi correlati alla presenza del fibroma, la semplice terapia medica (anti infiammatori e/o antiemorragici) non è in grado di portare alla guarigione della patologia. Un altro tipo di terapia medica più specifica , la terapia ormonale, può in alcuni casi essere presa in considerazione.
Attualmente le terapie ormonali maggiormente utilizzate sono le seguenti: Progestinici: la loro indicazione risiede nel bloccare la menometrorragia.
Estroprogestinici: indicati ancora per controllare i sanguinamenti, ma non utilizzabili per lunghi periodi, per la presenza della componente estrogena.
GnRH analoghi: portano vantaggi sicuri prima e durante l'intervento di miomectomia, ma è escluso che il loro impiego possa risolvere attraverso una via medica il problema terapeutico dei fibromi. Seppur agiscano riducendo il volume del fibroma del 30-50%, una volta terminato il trattamento il mioma ritorna alle sue dimensioni iniziali. E'inoltre importante sottolineare i possibili effetti collaterali della terapia ormonale con analoghi del GnRH, tra tutti le vampate di calore, l'atrofia vaginale, perdita di massa ossea (osteoporosi), aumento del colesterolo e di LDL (con aumento di circa sei-sette volte del tasso di infarto cardiaco). Tali effetti collaterali possono limitarne il periodo di assunzione nel tempo ad un massimo di 6 mesi.

Intervento Chirurgico
Miomectomia:  Consiste nell'asportazione del fibroma, mantenendo il viscere uterino, quindi la sua funzione riproduttiva. In circa il 10-15% dei casi, dopo alcuni anni, si è costretti a reintervenire a causa di una recidiva di malattia ( altri fibromi possono riformarsi e crescere sensibilmente in modo da provocare disturbi considerevoli). Può essere eseguita per via laparotomica (cioè con l'apertura della parete addominale) o per via laparoscopica (cioè con l'introduzione di strumenti chirurgici sottili attraverso piccole incisioni addominali)o per via isteroscopica (cioè con l'introduzione attraverso la vagina
di uno strumento, il resettoscopio, quindi in assenza di incisioni addominali). Quest'ultima via chirurgica è riservata ai fibromi che aggettano in cavità uterina. La miomectomia laparotomica richiede una anestesia generale e comporta lunghi tempi di degenza (circa 5 giorni), lunghi tempi di recupero (circa 1 mese), rischio, seppur basso, di trasfusioni per eventuali emorragie. Inoltre, la ricostruzione della breccia uterina comporta la successiva formazione di una cicatrice a livello della parete muscolare che non esclude in modo assoluto il rischio di rottura d'utero in gravidanza o durante il travaglio di parto.
Isterectomia: consiste nell'asportazione completa dell'utero, con la perdita, quindi, della capacità riproduttiva. Numerosi studi clinici a riguardo dimostrano un tasso di mortalità quasi nullo ( inferiore in alcune casistiche allo 0,5% ) e una morbilità relativamente bassa.
Tale procedura sebbene risolutiva è tuttavia demolitiva oltre che considerevolmente stressante per la paziente, sottoposta ad un vero e proprio intervento di chirurgia maggiore. Viene eseguita in anestesia generale, con tempi di ospedalizzazione e di recupero simili alla miomectomia laparotomica.
Intervento ad ultrasuoni: Ultrasuoni Focalizzati (MRgFUS): trattamento ad ultrasuoni focalizzati per produrre un importante aumento della temperatura all'interno del fibroma  creando una necrosi coagulativa centrale.
Si esegue in Day Hospital ma presuppone la permanenza della paziente per piu' di tre ore all'interno del tubo di Risonanza magnetica. Appare notevolmente stressante per la paziente. Questa tecnica viene utilizzata per fibromi di dimensioni contenute ed e' scarsamente efficace nella fibromatosi diffusa. La tecnica e' inoltre ancora gravata da una relativa alta percentuale di fallimenti e/o recidive con conseguente ripresa di malattia.


Cosa e' l'embolizzazione del fibroma uterino?

L'embolizzazione consiste nella chiusura dell' artetia uterina di destra e di quella di sinistra mediante l' introduzione all'interno delle stesse di piccole particelle sferiche che distribuendosi piano piano nella vascolarizzazione del fibroma provocano una vera e propria ischemia del tessuto fibromatoso. Il fibroma senza apporto di sangue tende velocemente a regredire di dimensioni fino a scomparire nei casi piu' favorevoli. E' importante sottolineare che  l'embolizzazione e' anche particolarmente indicata nella fibromatosi uterina, cioe' quando ci sono molti fibromi. Spesso infatti le donne con fibromatosi vengono irrimediabilmente sottoposte all' asportazione totale dell' utero. Con l' embolizzazione e' possibile evitare questo atto cosi' distruttivo per una donna in piu' del 98% dei casi. Recentemente infine, abbiamo riportato risultati piu' che incoraggianti anche nell' adenomiosi. Ad oggi e' ormai la tecnica piu' eseguita negli USA ed in molti altri paesi stranieri.


E' un metodo invasivo?

Assolutamente no. Ad eseguire questa tecnica e' un radiologo interventista che attraverso un piccolissimo catetere delle dimensioni di 2,5 mm circa inserito all'inguine nell' arteria femorale,  incannula l'arteria uterina e una volta al suo interno inietta queste piccole particelle embolizzanti nel fibroma. La tecnica e' rapida, estremamente sicura  ed indolore in mani esperte ma puo' dare fallimenti e prolungarsi se eseguita da operatore con esperienza limitata.

Il post operatorio cosa prevede?

Dopo la procedura il paziente rimane ricoverato per uno o due giorni per il trattamento del dolore post operatorio, che sebbene può essere presente per circa 24-48 ore è generalmente ben controllato dai farmaci. Può presentarsi nei giorni successivi un leggero senso di affaticamento e un lieve aumento della temperatura corporea. In qualche caso possono verificarsi anche dei lievi sanguinamenti che tendono comunque a scomparire nei mesi successivi.

E' un metodo definitivo?

Assolutamente si. Ad oggi la recidiva di malattia e' inferiore al 5% a cinque anni, percentuale di gran lunga inferiore  a quella della chirurgia che puo arrivare anche al 30-35%. Il fibroma quindi, eccetto in rari casi, non ritorna piu'.

L'embolizzazione e' un metodo applicabile alla cura di altre patologie?

È un intervento utilizzato in caso di emorragie acute, malformazioni artero-venose, fistole artero-venose, aneurismi o pseudoaneurismi, angiomi, tumori maligni o benigni ipervascolari, varicocele maschile o femminile, ipersplenismo. In particolare e' veramente efficace nel trattamento del varicocele maschile e femminile. Nelle donne affette da varicocele pelvico risulta essere l'unico trattamento in grado di portare alla remissione dei sintomi quali dolore e pesantezza, spesso cosi' accentuati da impedire ogni attivita' della paziente.







Dott. Tommaso Lupattelli
Prof Incaricato Universita' di Perugia

ICC GVM Sanita' Roma
Clinica Columbus, Milano





giovedì 23 gennaio 2014

INTERVISTA AL DOTTOR TOMMASO LUPATTELLI DEL TEAM BRAIN FLOW, PRIMO TEAM AL MONDO INNOVATIVO PER LA CURA DELLA SCLEROSI MULTIPLA



Intervista al Dottor Lupattelli del TEAM BRAIN FLOW, primo Team al mondo nel metodo innovativo per la cura della Sclerosi Multipla.

 

Dottor Lupattelli, in cosa consiste il metodo del suo team? In cosa differisce dal metodo CONVENZIONALE?

Il metodo consiste nella dilatazione MEDIANTE ANGIOPLASTICA, quindi con un palloncino simile a quello che si inserisce nelle coronarie dei pazienti con problemi ischemici al cuore, di due vene ( una a destra e una a sinistra) poste nel collo. Queste vene sono denominate vene giugulari interne. L'utilizzo di questo sottilissimo palloncino che viene introdotto con un forellino di 2 mm all'inguine e veicolato attraverso l'albero venoso fino al collo, permette, previa insufflazione dello stesso, di ristabilire  il normale diametro delle vene giugulari  che in moltissimi pazienti  con SCLEROSI MULTIPLA sono abnormemente chiuse. La procedura si esegue in anestesia locale all'inguine e il paziente viene dimesso in giornata senza ne' tagli ne' punti. Successivamente a questo intervento, che a volte richiede l'apertura di una terza vena posta nel torace, il paziente comincia a mostrare segni di regressione alla malattia, con miglioramento della stanchezza, del movimento, delle parestesie e formicolii, dell'incontinenza urinaria, dell'equilibrio, della vista, dei dolori diffusi, dell'insonnia e molto altro.

Purtroppo il metodo convenzionale si basa sulla somministrazione di una terapia farmacologica che potrebbe limitare la progressione di  malattia ma non ha ancora dimostrato nessuna efficacia nel far regredire la sintomatologia correlata alla sclerosi multipla. Con l'angioplastica in effetti ci troviamo davanti ad un importante, direi epocale,  sviluppo della terapia per la sclerosi  multipla. Si esegue nel giro di un’ ora con il paziente completamente sveglio e non ha nessun effetto collaterale. E, non da dimenticare, generalmente si esegue una o al massimo due volte nella vita del paziente.

 
E' un metodo invasivo?
No, e' un metodo denominato "minimamente invasivo" proprio perche’ non richiede assolutamente l'uso del bisturi o di altri strumenti da taglio.  

 
Necessitano più interventi sullo stesso paziente?
Generalmente no. A volte pero',in una percentuale intorno al15% si puo' verificare la richiusura di una vena dopo PTA o dilatazione a palloncino. In quei casi potrebbe essere utile ed indicato reintervenire con una nuova angioplastica. 

 
Quale tipologia di paziente, puo' riferirsi al vostro Team?
Chiunque sia affetto da Sclerosi Multipla, indipendentemente dall' eta'. Ma abbiamo visto che patologie come le cefalee refrattarie alla terapia farmacologica, la sindrome di Meniere ed altre ancora, rispondono  molto bene al trattamento di PTA con spesso, la totale scomparsa della sintomatologia. Cio' dipende anche ovviamente dal grado di compromissione dell'individuo. In effetti nei soggetti con sintomi iniziali abbiamo piu' volte osservato la totale scomparsa di questi, cosa impensabile fino a pochi anni fa in una patologia come la Slerosi Multipla. Tuttavia importanti regressioni della sintomatologia possono osservarsi anche nei pazienti sicuramente piu' compromessi o di eta’ avanzata.

 
In quale occasione avete preso in considerazione questo Metodo?
Ad oggi abbiamo eseguito circa 2000 interventi e siamo considerati l'equipe con maggiore esperienza in ambito mondiale. Quasi tutti i nostri pazienti erano affetti da Sclerosi Multipla, come di Sclerosi Multipla era affetta la nostra prima paziente operata nel 2010. Gia' dal primo intervento abbiamo capito le grosse potenzialita' di questa tecnica e da quel giorno abbiamo cominciato ad operare e a studiare assiduamente. In poco tempo ci siamo trovati richieste di pazienti da tutte le parti del mondo, dagli Stati Uniti alla Russia, dal Canada al Sud Africa.

 
Può essere applicato a favore della cura di altre patologie? Quali?
Come gia' detto, oltre alla sclerosi multipla, abbiamo visto risultati sicuramente incoraggianti nelle cefalee intrattabili, nella polimialgia, nella sindrome di Meniere ed altro, che e' ancora oggetto di studio e che quindi eviterei in questo momento di menzionare. 


 Quali sono le percentuali di riuscita del metodo?
Tecnicamente il metodo, come anche pubblicato dal nostro gruppo e ripreso da varie testate giornalistiche italiane e straniere, ha risultati che si avvicinano al 100%. In parole povere, in un team medico  di comprovata esperienza, le vene giugulari e la vena del torace (vena  azygos) vengono praticamente sempre riaperte mediante PTA. Purtroppo pero', il risultato clinico, e cioe' il miglioramento sul piano sintomatologico del paziente si verifica nell'80-85% dei pazienti, mentre i rimanenti, nonostante mostrino una buona riuscita dell'intervento alle vene, non riferiscono o mostrano miglioramenti della sintomatologia dopo la PTA. In altre parole, c'e' circa un 15-18% dei pazienti che, nonostante abbiano vene giugulari normalmente pervie dopo l'intervento di PTA,  non sembrano essere responsivi a questo tipo di trattamento. Tuttavia, negli anni molti di questi "non responders" sembrerebbero comunque mostrare un certo rallentamento della progressione di malattia. Rallentamento di malattia che a volte appare invece estremamente evidente nei pazienti che mostrano netti miglioramenti sul piano sintomatologico dopo PTA. Solo un attento studio di questa nuova procedura ci permettera' nel tempo di chiarire perchè ancora una parte di pazienti, sebbene limitata, sembrano rispondere meno a questo tipo di trattamento, che invece nella maggioranza dei soggetti puo' comportare un netto miglioramento della qualita' di vita, e che allo stato dei fatti e' una delle pochissime  possibilita' che il malato attualmente ha  per combattere questa malattia e, soprattutto, potere stare meglio.

 
Sono molti i centri a eseguire questo intervento? 
Ancora l'esperienza e' limitata e sono ancora pochi i centri che possiedono l'esperienza sufficiente per poter eseguire in sicurezza la PTA nella CCSVI, E' tuttavia importante affidarsi esclusivamente a Team multidisciplinari costituiti da professionisti con qualifiche diverse (chirurgo vascolare, radiologo, cardiologo, neurologo, neurofisiologo, ecc) e non a semplici  studi medici che propongono visite dietro a incessanti pubblicita' su internet e poi dirottano il paziente in piccole cliniche private,  dove un solo medico si occupa di diagnosi e intervento, e soprattutto abbandonandolo poco dopo aver eseguito la PTA.  In questi casi i risultati possono essere deludenti. Nel nostro caso il Team Brain Flow (http://www.youtube.com/watch?v=cQo43LfebUk) e' nato proprio allo scopo di poter studiare e trattare il paziente all'interno di un percorso dedicato e ben articolato da professionisti  all'avanguardia ognuno  nel loro campo dove il malato possa continuare ad essere seguito nel tempo.

 

Link di riferimento più significativi con testimonianza dei pazienti operati.

Testimonianze: 







 

Contatti:
-sito di riferimento Personale del Dottor Lupattelli con riferimenti


 
-sito di riferimento della Struttura con riferimenti


 

pagina face book:  ccsvi-Reggio Emilia

pagina face book: Dott. Tommaso Lupattelli