Jonathan Kogasso è un pugile nato
in Congo venticinque anni fa, in tenera età si è trasferito dagli zii in
Lombardia dove vive ancora oggi. Dove
vive ancora oggi.
Ha un grande sogno, sportivo e
sociale, una grande motivazione e un forte senso dell’onore e del dovere, ha un
desiderio, quello di migliorare il mondo attraverso i suoi sogni, quelli che
condivide con ogni ragazzo della sua età.
Il suo approccio di crescita
personale e professionale, unisce la parte tecnica dell’allenamento fisico a
quella innovativa legata all’ “allenamento mentale”.
I suoi allenatori sono l’ex
campione Vincenzo Gigliotti, che cura la sua parte atletica e la tecnica, suo
mentore dal primo momento, e Serena Fumaria, Mental Coach professionista, che
segue la parte mentale e la gestione degli obiettivi.
Kogasso viene inoltre seguito per
la parte medica e tecnica da professionisti e tecnici del settore.
JONATHAN KOGASSO
-Jonathan, raccontaci di te…
“Sono Jonathan, vengo dalla
Repubblica democratica del Congo, precisamente Kinshasa, e ho un grande
sogno...Ho lasciato la mia terra, con i miei genitori e fratelli, all’età di otto anni, ora ne ho 25. All’inizio è stato doloroso e non facile comprendere la
ragione del mio viaggio, ma ora so qual è la mia strada, non passa giorno senza
che io ricordi quanto sono fortunato… La mia fortuna la metto in gioco per me, la
mia famiglia, le persone che hanno bisogno d’aiuto sia economico che morale. Questo
è il mio sogno.”
-Come si diventa Pugile? Quali
sono le prime difficoltà?
“Sono entrato in palestra a Voghera e trovandomi davanti a storie sportive importanti, (Parisi e Gigliotti tra tutti). Mi sono appassionato a questa disciplina e poco dopo sono venuto a conoscenza che anche nella mia famiglia, papà e fratello, l’avevano praticata. Le prime difficoltà sono legate alla costanza negli allenamenti alla disciplina dentro e fuori dalla palestra”
-Nonostante tu abbia iniziato da
pochi anni, hai raggiunto obiettivi e ricevuto riconoscimenti…
“Ho cominciato nel 2014 e dopo un anno ho disputato il mio primo match perdendolo. Oggi, dopo vari tornei nazionali ed internazionali il mio record di 50 m di cui 39 20 10 persi è un pareggio”
- Quanto conta la tecnica nel
pugilato? Come vieni allenato?
“Per me la tecnica può essere rappresentata come uno stile di vita, un fraseggio pugilistico di alto livello e bellezza nei movimenti ed intelligenza strategica sul quadrato. Questo la rende importantissima. Il mio allenatore è Vincenzo Gigliotti, noto ex pugile e campione della sua categoria. Mi alleno con Vincenzo dopo l’orario di lavoro nella palestra di Voghera che si chiama “Box Station”, lavoriamo insieme per circa un’ora e mezza ogni sera, tranne giovedì e domenica pomeriggio. Nella preparazione alterno una settimana di carico con pesi a una settimana di tecnica e resistenza, 20 giorni prima del match concludiamo con un lavoro in scarico e di sparring, che è la simulazione del match stesso.”
-
Quanto è importante l’alimentazione per uno sportivo?
“È molto importante per
l’equilibrio fisico e mentale per mantenere il peso della categoria.”
- Sotto stress quanto conta
l’equilibrio mentale e il focus sull’obiettivo? Come fai a mantenerlo sempre
corretto?
“Mantenere un equilibrio mentale
è essenziale per affrontare gli ostacoli e le incertezze che si possono
rivelare durante il percorso, mentre un ottimo focus ti dà la giusta
motivazione per dare il massimo fuori e dentro al ring. Così come Vincenzo
Gigliotti e altri tecnici seguono la mia
parte di allenamento e quella fisica, la
mia Mental Coach, Serena Fumaria, segue la mia parte di formazione e crescita
personale che mi porta ad avere lucidità maggiore e focus precisi sui miei
obiettivi.
Così come nell’allenamento fisico
costante, l’allenamento mentale crea un cambiamento interiore e migliora il focus.
Allenamento e Mental Coaching, implementano le mie performance e la mia potenza in maniera costante.”
Raggiungere risultati a fronte di
un impegno costante, può costituire a parer tuo un metodo “educativo” di
crescita personale?
“Certo che sì, trasmette
disciplina di sacrificio e mi aiuta nella mia vita quotidiana lavorativo”
- Cosa è cambiato in te da quando
combatti?
“Ho capito che nella vita bisogna
essere in grado di soffrire, ma quando ottieni dei risultati che ti
gratificano, niente può fermarti, e gli stessi aumentano la voglia di darsi da
fare”
-In molti pensano che il pugilato
sia uno sport violento, per chi lo fa e invece è uno sport di onore. puoi
spiegarci la differenza?
“Per me la violenza è qualcosa
che si subisce senza il proprio consenso la boxe ha regole e la sua funzione
non è quella di fare male a qualcuno che è indifeso o più debole, ma è uno
scontro ad armi pari tra due persone. Purtroppo sono più frequenti casi di
violenza negli altri sport, apparentemente non violenti.”
-Quali sono i tuoi obiettivi?
Quali sono i tuoi sogni?
“Il mio obiettivo primario
diventare campione italiano, successivamente qualificarmi all’olimpiadi, ed
infine diventare campione del mondo. Può suonare presuntuoso, ma Serena Fumaria, la mia Mental Coach
mi ricorda sempre di sognare in grande, perché è la che voglio arrivare”
-Cosa consiglieresti ai nuovi
atleti che si approcciano a questa attività sportiva?
-Chi è Jonathan?
“Un uomo libero che ho trovato la
propria strada e ha intenzione di percorrerla fino in fondo. È un uomo che a cuore la vita degli altri e
vuole aiutare gli altri attraverso le sue capacità. Questa è la mia missione di
questa vita, inoltre il mio obiettivo è diventare prima un grande campione, un
uomo di rispetto per poi essere un esempio positivo per molti, per dimostrare
che si può arrivare con impegno, anche a traguardi che sembrano essere
impossibili.”
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