"Donna" vuol dire tante cose:
bellezza, cura, passione, emozione, moda, figli, famiglia, doveri, emozioni, ma anche salute. Per questo oggi, 8 marzo, nella giornata dedicata alla Donna, parliamo con un medico d'eccezione di un argomento che sta a cuore a tutti: la cura del fibroma uterino.
Intervista al dottor Tommaso Lupattelli: L’embolizzazione del fibroma
uterino, un metodo non invasivo e risolutivo.
Di Serena Fumaria.
Dottor Lupattelli, cosa e' il fibroma uterino?
Il fibroma uterino o leiomioma è il più comune tumore benigno dell'utero.
E' una formazione solida, che si sviluppa a carico della muscolatura liscia
della parete uterina. La crescita dei fibromi è ormonodipendente essendo
infatti correlata alla secrezione ormonale ovarica e precisamente alla sua
componente estrogena. Dopo la menopausa (dove si verifica una drastica caduta
dei livelli degli estrogeni) i fibromi
tendono perciò a regredire spontaneamente, e con loro la sintomatologia ad essi
associata. Il loro trattamento è richiesto quando crescono rapidamente, causano
sanguinamenti anomali come mestruazioni abbondanti (menorragia) o perdite
emorragiche (menometrorragia) o infine, se si rendono responsabili di ripetuti aborti.
E' una patologia molto diffusa?
Il fibroma uterino colpisce circa il 25% delle donne in età fertile (tuttavia
più del 50% delle donne affette non ha alcun disturbo legato a questa
patologia). Più fibromi possono colpire
la stessa paziente (fibromatosi) e le loro dimensioni possono inoltre variare
da quelle di un pisello fino ad una massa che occupa l'intero addome.
Che sintomatologia e difficoltà comporta essere affette da
questa patologia?
la maggior parte dei fibromi non causa sintomi e perciò non richiede alcun
intervento; il loro trattamento è richiesto se crescono abbastanza da causare
importanti disturbi come dolore pelvico, senso gravativo all'addome o
compressione su organi come la vescica e l'intestino (la paziente può riferire
continuo senso di pesantezza al ventre, crampi, mal di schiena o ripetuti
stimoli ad urinare soprattutto di notte, stitichezza).
Quali sono i metodi tradizionali di cura?
Ci sono attualmente tre diverse terapie per il trattamento del fibroma
uterino:
Terapia Medica, Intervento Chirurgico (Isterectomia,
Miomectomia),Intervento ad ultrasuoni ed Embolizzazione.
Terapia Medica: Sebbene il trattamento farmacologico riesca in molti casi
ad alleviare i sintomi correlati alla presenza del fibroma, la semplice terapia
medica (anti infiammatori e/o antiemorragici) non è in grado di portare alla
guarigione della patologia. Un altro tipo di terapia medica più specifica , la
terapia ormonale, può in alcuni casi essere presa in considerazione.
Attualmente le terapie ormonali maggiormente utilizzate sono le seguenti: Progestinici:
la loro indicazione risiede nel bloccare la menometrorragia.
Estroprogestinici: indicati ancora per controllare i sanguinamenti, ma non
utilizzabili per lunghi periodi, per la presenza della componente estrogena.
GnRH analoghi: portano vantaggi sicuri prima e durante l'intervento di miomectomia,
ma è escluso che il loro impiego possa risolvere attraverso una via medica il
problema terapeutico dei fibromi. Seppur agiscano riducendo il volume del
fibroma del 30-50%, una volta terminato il trattamento il mioma ritorna alle
sue dimensioni iniziali. E'inoltre importante sottolineare i possibili effetti collaterali
della terapia ormonale con analoghi del GnRH, tra tutti le vampate di calore,
l'atrofia vaginale, perdita di massa ossea (osteoporosi), aumento del
colesterolo e di LDL (con aumento di circa sei-sette volte del tasso di infarto
cardiaco). Tali effetti collaterali possono limitarne il periodo di assunzione
nel tempo ad un massimo di 6 mesi.
Intervento Chirurgico
Miomectomia: Consiste
nell'asportazione del fibroma, mantenendo il viscere uterino, quindi la sua
funzione riproduttiva. In circa il 10-15% dei casi, dopo alcuni anni, si è
costretti a reintervenire a causa di una recidiva di malattia ( altri fibromi
possono riformarsi e crescere sensibilmente in modo da provocare disturbi
considerevoli). Può essere eseguita per via laparotomica (cioè con l'apertura
della parete addominale) o per via laparoscopica (cioè con l'introduzione di strumenti
chirurgici sottili attraverso piccole incisioni addominali)o per via
isteroscopica (cioè con l'introduzione attraverso la vagina
di uno strumento, il resettoscopio, quindi in assenza di incisioni addominali).
Quest'ultima via chirurgica è riservata ai fibromi che aggettano in cavità
uterina. La miomectomia laparotomica richiede una anestesia generale e comporta
lunghi tempi di degenza (circa 5 giorni), lunghi tempi di recupero (circa 1
mese), rischio, seppur basso, di trasfusioni per eventuali emorragie. Inoltre,
la ricostruzione della breccia uterina comporta la successiva formazione di una
cicatrice a livello della parete muscolare che non esclude in modo assoluto il
rischio di rottura d'utero in gravidanza o durante il travaglio di parto.
Isterectomia: consiste nell'asportazione completa dell'utero, con la perdita,
quindi, della capacità riproduttiva. Numerosi studi clinici a riguardo
dimostrano un tasso di mortalità quasi nullo ( inferiore in alcune casistiche
allo 0,5% ) e una morbilità relativamente bassa.
Tale procedura sebbene risolutiva è tuttavia demolitiva oltre che considerevolmente
stressante per la paziente, sottoposta ad un vero e proprio intervento di
chirurgia maggiore. Viene eseguita in anestesia generale, con tempi di
ospedalizzazione e di recupero simili alla miomectomia laparotomica.
Intervento ad ultrasuoni: Ultrasuoni Focalizzati (MRgFUS): trattamento ad
ultrasuoni focalizzati per produrre un importante aumento della temperatura
all'interno del fibroma creando una
necrosi coagulativa centrale.
Si esegue in Day Hospital ma presuppone la permanenza della paziente per
piu' di tre ore all'interno del tubo di Risonanza magnetica. Appare
notevolmente stressante per la paziente. Questa tecnica viene utilizzata per
fibromi di dimensioni contenute ed e' scarsamente efficace nella fibromatosi
diffusa. La tecnica e' inoltre ancora gravata da una relativa alta percentuale
di fallimenti e/o recidive con conseguente ripresa di malattia.
Cosa e' l'embolizzazione del fibroma uterino?
L'embolizzazione consiste nella chiusura dell' artetia uterina di destra e di
quella di sinistra mediante l' introduzione all'interno delle stesse di piccole
particelle sferiche che distribuendosi piano piano nella vascolarizzazione del
fibroma provocano una vera e propria ischemia del tessuto fibromatoso. Il
fibroma senza apporto di sangue tende velocemente a regredire di dimensioni
fino a scomparire nei casi piu' favorevoli. E' importante sottolineare che l'embolizzazione e' anche particolarmente indicata
nella fibromatosi uterina, cioe' quando ci sono molti fibromi. Spesso infatti
le donne con fibromatosi vengono irrimediabilmente sottoposte all' asportazione
totale dell' utero. Con l' embolizzazione e' possibile evitare questo atto
cosi' distruttivo per una donna in piu' del 98% dei casi. Recentemente infine,
abbiamo riportato risultati piu' che incoraggianti anche nell' adenomiosi. Ad oggi
e' ormai la tecnica piu' eseguita negli USA ed in molti altri paesi stranieri.
E' un metodo invasivo?
Assolutamente no. Ad eseguire questa tecnica e' un radiologo interventista
che attraverso un piccolissimo catetere delle dimensioni di 2,5 mm circa
inserito all'inguine nell' arteria femorale,
incannula l'arteria uterina e una volta al suo interno inietta queste
piccole particelle embolizzanti nel fibroma. La tecnica e' rapida, estremamente
sicura ed indolore in mani esperte ma
puo' dare fallimenti e prolungarsi se eseguita da operatore con esperienza limitata.
Il post operatorio cosa prevede?
Dopo la procedura il paziente rimane ricoverato per uno o due giorni per il
trattamento del dolore post operatorio, che sebbene può essere presente per circa
24-48 ore è generalmente ben controllato dai farmaci. Può presentarsi nei
giorni successivi un leggero senso di affaticamento e un lieve aumento della
temperatura corporea. In qualche caso possono verificarsi anche dei lievi
sanguinamenti che tendono comunque a scomparire nei mesi successivi.
E' un metodo definitivo?
Assolutamente si. Ad oggi la recidiva di malattia e' inferiore al 5% a cinque
anni, percentuale di gran lunga inferiore
a quella della chirurgia che puo arrivare anche al 30-35%. Il fibroma
quindi, eccetto in rari casi, non ritorna piu'.
L'embolizzazione e' un metodo applicabile alla cura di altre patologie?
È un intervento utilizzato in caso di emorragie acute, malformazioni artero-venose,
fistole artero-venose, aneurismi o pseudoaneurismi, angiomi, tumori maligni o
benigni ipervascolari, varicocele maschile o femminile, ipersplenismo. In
particolare e' veramente efficace nel trattamento del varicocele maschile e
femminile. Nelle donne affette da varicocele pelvico risulta essere l'unico trattamento
in grado di portare alla remissione dei sintomi quali dolore e pesantezza,
spesso cosi' accentuati da impedire ogni attivita' della paziente.
Dott. Tommaso Lupattelli
Prof Incaricato Universita' di Perugia
ICC GVM Sanita' Roma
Clinica Columbus, Milano
Ciao, consiglio una lettura interessante in merito: Utero fibromatoso e fibromi: c'è differenza? http://goo.gl/syeozL
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